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domenica 2 settembre 2007

strangers in NY - 10# episode


Igor, è una tua amica?

Sally mi ripete la domanda, con un tono ansioso...l'ansia è una di quelle cose che si attacca più rapidamente di un raffreddore. Infatti, inizio a sentirmi a disagio pure io.

Già Igor, sono una tua amica?

La donna gatto mi parla sorniona...gode nel prendermi per il culo. Che occhi strani che ha...

No, non è un amica Sally...è un corriere.

Corriere? Igor che cosa...

Una Limousine nera, con i finestrini neri e il fumo dello scappamento ancora più nero, si avvicina al marciapiede e al baracchino mobile di Jack.

Jack se ne sta zitto zitto a guardarci...fa l'indiano, come si suol dire (come fanno a venirmi battute in una situazione del genere non me lo spiego!!!). Guarda fisso la donna gatto.

Signorina Sally, la prego di seguirmi senza storie.

Sally, come inebitita, inclina la testa leggermente sulla sinistra, con la bocca socchiusa e gli occhi innaturalmente spenti come una bambola...tipo il cicciobello.

Inizia a muovere alcuni passi in direzione della limousine. La voce della donna gatto è come il flauto del pifferaio magico. Suona alle orecchie mielosa e densa come il petrolio. Impasta il cervello.

A fatica riesco a mantenermi lucido, vorrei lasciarmi andare e mandare tutto a fare in culo...ma qualcosa mi tinene sveglio...è l'orgoglio che, alla stregua di un coltello miracle blade nel costato, mi tiene sveglio... Fai qualcosa cazzone, è lo chef Tony che mi urla nel cervello.

Agguanto Sally per un braccio e la trascino verso di me. Non me ne accorgo ma la donna gatto mi è subito addosso... mi agguanta per il colletto della giacca e mi solleva dal marciapiede.

Dimmi Igor, ti senti davvero un eroe?

Mi parla con un sorriso troppo largo per la sua faccia...i suoi denti sono appuntiti?!

Il mio sguardo scivola suoi suoi occhi..le pupille, diventate due fessure nere, mi sezionano come un bisturi.

FAI QUALCOSA! urla lo chef Tony affondando il coltello.

Il mio ginocchio sinistro si infrange sul suo sorriso. Lei molla la presa. Ho il tempo per mollargli un gancio destro... ma lei mi sbatte a terra con una sberla.

Le sue 5 unghie scavano solchi sul viso...la collezione di cicatrici aumenta.

Dalla limousine esce l'autista, un tipetto anonimo incravattato. Afferra Sally per le spalle e la trascina verso la macchina. Aiuto!

Jack l'indiamo lancia il baracchino contro l'autista. Sally si riprende dal letargo.

La donna gatto si distrae per un momento. Mi lancio su di lei con un placcaggio da football. Per quanto sia forte, la troia pesa sui 50 Kg. La spingo sulla strada e, grazie a Dio, i pullman di New York sono in orario.

Un bus argentato, con il cartellone pubblicitario di Dolce&Gabbana, investe in pieno la donna gatto...poi la gente non crede nelle coincidenze!

Non ho tempo. Affferro Sally, do un bacio in fronte a Jack, e scappo verso casa...non so perchè...ma è l'unica cosa che mi viene in mente.

(continua)

ilflaviatore

7 commenti:

Anonimo ha detto...

evvaiii!!!
episodio 10!!
e vedi che le cose cominciano a fungere anche dalla "piccole" cose?! :)
e come promesso ecco che muore nell'episodio 10!!
però sotto un pulmann... proprio come un gatto..stirato sull'asfalto.. sicuramente non una scelta casuale vero?!
bravo Uomo di Parola :)

Chiara

Anonimo ha detto...

Ma come mai a sesso i bloggers di S.Angelo vanno tutti male? Buck-Office

Anonimo ha detto...

perchè utilizzi quasi sempre sfondi neri ed in racconti rasentano il macabro? sei un pessimista? Ciao BO

ilflaviatore ha detto...

Ciao,
no non sono un pessimista. La storia però è macabra.

Flavio

Anonimo ha detto...

A meno che non credi nella predistanazione e nella super sfiga niente è nero dipende da noi. Il futuro sarebbe roseo se l'attuale dio non fosse il soldo. Cia Max

Fratello di Muu? ha detto...

Se uno non conoscesse l'inglese come fa a seguirti. Ciao

Unknown ha detto...

E adesso ci vorrebbe un Episodio 11, anche perché persino le più brevi stagioni telefilmiche americane s'impegnano ad arrivare almeno fino al tredicesimo.

Per il resto, scrittura asciutta, filmica, sfondo nero dentro e fuori dal racconto, colori sgargianti pulp: azzeccata e atmosferica la scelta delle foto iniziali - una produzione, insomma, in linea con quella dei tuoi disegni, un mondo aspro che - forse sì, senza pessimismo - di certo nutre poca speranza per se stesso.